lunedì

il quadro (analitico)


Su suggerimento di DeUx proviamo a parlare del
"quadro analitico"... ovvero del contesto all'interno del quale si costruisce la "discussione". E lo faremo in modo superficiale... stando sotto le 300 pagine non è possibile affrontare l'argomento in modo esaustivo.
Quindi dovrete accontentarvi.

Partiamo prendendo spunto da una cosa apparentemente molto lontana. La Crisi.
Al festival dell'economia a Trento Cipolletta ha dichiarato che per uscire dalla crisi economica serve "l'ottimismo della conoscenza e della volonta" non certo "l'ottimismo di regime".

Cippolletta è presidente delle Ferrovie dello Stato e dell'Università di Trento. Ha inoltre aggiunto: "Parlo dell'ottimismo di chi si applica a rimuovere le cause della crisi, a ricostruire le condizioni della ripresa, a rafforzare la rete sociale al fine di ridurre al minimo sofferenze e tensione (...) non certo di quello che ci vorrebbe obbligare a sorridere sempre, a negare l'evidenza, a credere che sia tutta colpa dell'informazione e che, meno si parla di crisi, questa forse passerà. Questo - ha concluso Cipolletta - è l'ottimismo dell'ignoranza e della prevaricazione".

Condivido, ma andiamo oltre. Quando si inizia a discutere di Crisi (o di qualsiasi altro argomento), che sia al bar con gli amici o in nel candido salotto di Bruno Vespa, si parte da un quadro analitico precostituito... non si parte da zero, si danno per scontati alcuni punti, che vengono presi come punti di riferimento della discussione... e da li si procede.

Ora è evidente che in base ai riferimenti scelti, si influenza a priori il tono e l'esito di tutta la discussione.
La capacità di gestire i mezzi d'informazione, il grande e vero problema del conflitto d'interessi sta prprio qui. Chi ha i mezzi e gli strumenti per costruire il quadro analitico da cui si parte ha il potere di decidere di "cosa" discutere.

Ora pensate alle discussioni che avete fatto sulla crisi. Da che quadro analitico siete partiti? Da quello precostituito o ve ne siete creati uno tutto vostro?
La crisi è ovviamente "virtuale", è chiaramente condizionata dal nostro "sentiment"... ma era altrettanto virtuale l'economia che ci ha portato alla crisi (e che tutt'ora ci vuole portare fuori pericolo)... i mezzi di informazione pare facciano allarmismo, ma ci sono notizie che non vengono mai trattate (e che vi garantisco allarmerebbero molto di più). Ma potremmo andare oltre e parlare di crescita e/o decrescita, di equilibri e disequilibri, del valore delle azioni scollegate dal volore delle aziende, del doppio ruolo delle banche, delle borse che ormai sono come sale da gioco, dei modelli di calcolo del rischio o semplicemente dei modelli di business che ci hanno portato fino qui.

Ora questo è solo un blog... non è certo il posto preposto all'approfondimento, ma spero di aver fatto almeno intuire il problema.

E vi siete chiesti del perchè della foto del Presidente?