sabato

Cacca e Cioccolato


Appena finiti gli studi mi ero fissato che volevo scrivere (poi col tempo ho capito che mi vengono meglio altre cose), per me era importante scrivere, non avevo preferenze particolari, mi andava bene sia fare lo scrittore che diventare giornalista. Poi una sera, in un'osteria di via del Pratello a Bologna, uno scrittore, uno degli allora giovani cannibali, mi disse una cosa che mi piacque parecchio... "devi decidere cosa vuoi fare, scrivere è pur sempre scrivere, dici tu, ma tra il giornalista e lo scrittore c'è una bella differenza, è come tra la cacca e il cioccolato, sembrano uguali, ma prova a mangiarti un pezzo di..."

Coma detto io ho poi proseguito per altre strade, ma nonostante quell'affermazione mi abbia colpito, non ho mai pensato che fare il giornalista sia come la cacca... insomma, preferisco certo lo scrittore, ma il giornalista ha un ruolo fondamentale e centrale per l'equilibrio democratico di un sistema sociale. 
I giornalisti sono i guardiani della democrazia, dovrebbero essere i nostri fidi cani da guardia, i nemici a-prescindere di chi detiene il potere. Nemici per professione, avvocati del diavolo o bastian contrari, sono quelli che devono mettere in discussione le scelte. 
In Italia però, e lo dico ancora una volta con una fitta al cuore, questo tipo di giornalisti si sono ormai estinti. L'informazione Italiana è nulla... inutile e fastidiosa. Siamo arrivati al punto che guardiamo con nostalgia e rimpianto Enrico Mentana

Venghino signori venghino... fatevi avanti... venite ad assaggiare... venite... sembra cioccolato e invece sa di ....




venerdì

Tricolore


Sondaggio fresco fresco... da notizie ufficiose l'Italia, il belpaese, perde credibilità agli occhi degli altri cittadini europei.
Si scivola di 8 punti.
A scriverlo piange il cuore, a me che il tricolore e l'italianità me la tatuerei sul petto. Ma le cose stanno così. E allora buon venerdì sera a tutti. Beviamoci su (ovviamente, con moderazione!)

giovedì

Smarmelliamo


Ieri sera ero a cena con "amici" che lavorano nel campo della comunicazione, non si trattava proprio di una cena di lavoro ma ci si avvicinava molto. 
Diciamo che incarnava il peggio di una cena business visto che alla fine mancava proprio il business.

Con me c'era un'amica, una non del settore, laureata in filosofia... insegnante di filosofia... una gran bella testa.
Dopo qualche bicchiere di vino e una serie infinita di commenti e pettegolezzi sulle ultime compagne e su vizi e difetti di tutti i direttori creativi (non presenti al tavolo)... il discorso ha iniziato ad elevarsi. A questo punto, persi i nozionismi di settore, la mia amica ha finalmente iniziato ad entrare nel discorso... e si sa... dalla filosofia... alla sociologia... alla comunicazione...

Ma qui casca l'asino... la mia amica è rimasta in gioco per cinque minuti, ha provato a imbastire una teoria, ha provato a darci un punto di vista, ma è stata estromessa dal discorso.

Marketing relazionale, marketing emozionale e polisensoriale, guerrilla, buzz, viral, grp e centri media, teaser e brand awareness... insomma, un modo come un altro per tagliare fuori i non addetti, la discesa verso il punto di non ritorno, come i filosofi moderni, attenti solo al parere dei colleghi e felici di masturbarsi la mente... vicendevolmente. Scusate la rima, ma il nostro mestiere è un'altra cosa. Giù le barriere e le definizioni sterili, è giunta la stagione dello smarmellamento... perché l'unico obiettivo è avere il piacere (e l'onore) di conquistare un altro pezzettino di cervello.

mercoledì

pubblicità e la crisi


La vera Giulia... e la Crisi... sapete una sega voi, della crisi


martedì

Guerrilla!!























La Guerrilla Mktg è davvero molto popolare, così alla moda che è sulla bocca di tutti i direttori marketing di provincia. E lo dico come testimonianza diretta, non come battuta.
Questa è carina. E' la promozione di un documentario shock, in onda sul National Geographic, sulla condizione dei peggiori penitenziari degli Stati Uniti. La campagna è francese, e va a colpire direttamente un aspetto fondamentale trattato nel documentario, il pasto. Le tovagliette di alcune sale mense parigine sono state modificate in modo da colpire e sensibilizzare il target, incuriosendolo alla visione del documentario.

iphone Jonny

Arrivo con grave ritardo. Ma questo blog l'ho aperto da una settimana... e questo merita almeno una menzione.

lunedì

COLOR YOUR LIFE - non conta da dove vieni, ma quello che vuoi diventare

Ecco un esempio di come il web 2.0 (spero mi scuserete per l'utilizzo questo termine) può essere utile a costruire un presente ed un futuro migliori (almeno dell'immediato passato)

Nell’anno 2007-2008 hanno frequentato gli istituti di scuola media superiore circa 2.600.000 giovani. Ogni anno in Italia nascono circa 500.000 bambini. Al compimento del 16° anno di età oltre 150.000 giovani, sul totale delle nascite annuali circa 32%), abbandonano la scuola.
Tra i giovani, quanti sono i talenti nascosti che per motivi economici, sociali, personali o psicologici, pur avendone le capacità, non potranno mai realizzare quanto sognano ?
Quanti talenti si perdono? Come  fare a scoprirli e rendere concreto il loro sogno?

Scopo di Color Your Life è scoprire giovani talenti in situazioni di disagio e aiutarli a studiare per raggiungere il proprio sogno... perché non conta da dove vieni, ma quello che vuoi diventare!

Nel comitato scientifico troviamo Francesco Profumo, Vincenzo CeramiSalvatore Settis, Mario Guazzelli e Cristina Stiletto.

A seguire una video intervista a William Salice, fondatore di Color Your Life


non è importante ciò chi si dice...


Qusto post solo per consigliarvi un libro... il cigno nero
di Nassim Nicholas Taleb... un libro immenso, che parla di economia... di filosofia... di vita. E' un libro che ci aiuta ad allargare la nostra consapevolezza, che si tratti di un investimento in borsa, di una serata al casinò o semplicemente di dover decidere cosa fare della nostra vita.

Non parla di comunicazione, ma è sicuramente uno strumento molto utile per far funzionare meglio i pezzatti di cervello, i propri, almeno.

A seguire un passaggio, non molto significante nel contesto generale del libro, ma vicino a ciò di cui si parla in questo blog. E poi mi piace quando trovo persone che sono capaci di esprimere ciò che penso in modo più bello, sintetico ed efficace. Sarà che non sono invidioso.

Gli esseri umani credono a qualsiasi cosa venga detta loro, purchè non si mostri il minimo segno di scarsa fiducia in se stessi; come gli animali, riescono a rilevare la minima insicurezza prima ancora che venga espressa. Lo stratagemma consiste nel tenere un comportamento il più tranquillo possibile. E' molto più facile mostrarsi sicuri di sé se si è gentili e cordiali; in tal modo si controlla l'interlocutore senza offendere la sua sensibilità (...) Quando hai a che fare con uomini d'affari, se ti comporti da perdente vieni trattato da perdente. Siamo noi che definiamo i parametri di valutazione. (...) Non è importante ciò che si dice, ma come lo si dice.

il quadro (analitico)


Su suggerimento di DeUx proviamo a parlare del
"quadro analitico"... ovvero del contesto all'interno del quale si costruisce la "discussione". E lo faremo in modo superficiale... stando sotto le 300 pagine non è possibile affrontare l'argomento in modo esaustivo.
Quindi dovrete accontentarvi.

Partiamo prendendo spunto da una cosa apparentemente molto lontana. La Crisi.
Al festival dell'economia a Trento Cipolletta ha dichiarato che per uscire dalla crisi economica serve "l'ottimismo della conoscenza e della volonta" non certo "l'ottimismo di regime".

Cippolletta è presidente delle Ferrovie dello Stato e dell'Università di Trento. Ha inoltre aggiunto: "Parlo dell'ottimismo di chi si applica a rimuovere le cause della crisi, a ricostruire le condizioni della ripresa, a rafforzare la rete sociale al fine di ridurre al minimo sofferenze e tensione (...) non certo di quello che ci vorrebbe obbligare a sorridere sempre, a negare l'evidenza, a credere che sia tutta colpa dell'informazione e che, meno si parla di crisi, questa forse passerà. Questo - ha concluso Cipolletta - è l'ottimismo dell'ignoranza e della prevaricazione".

Condivido, ma andiamo oltre. Quando si inizia a discutere di Crisi (o di qualsiasi altro argomento), che sia al bar con gli amici o in nel candido salotto di Bruno Vespa, si parte da un quadro analitico precostituito... non si parte da zero, si danno per scontati alcuni punti, che vengono presi come punti di riferimento della discussione... e da li si procede.

Ora è evidente che in base ai riferimenti scelti, si influenza a priori il tono e l'esito di tutta la discussione.
La capacità di gestire i mezzi d'informazione, il grande e vero problema del conflitto d'interessi sta prprio qui. Chi ha i mezzi e gli strumenti per costruire il quadro analitico da cui si parte ha il potere di decidere di "cosa" discutere.

Ora pensate alle discussioni che avete fatto sulla crisi. Da che quadro analitico siete partiti? Da quello precostituito o ve ne siete creati uno tutto vostro?
La crisi è ovviamente "virtuale", è chiaramente condizionata dal nostro "sentiment"... ma era altrettanto virtuale l'economia che ci ha portato alla crisi (e che tutt'ora ci vuole portare fuori pericolo)... i mezzi di informazione pare facciano allarmismo, ma ci sono notizie che non vengono mai trattate (e che vi garantisco allarmerebbero molto di più). Ma potremmo andare oltre e parlare di crescita e/o decrescita, di equilibri e disequilibri, del valore delle azioni scollegate dal volore delle aziende, del doppio ruolo delle banche, delle borse che ormai sono come sale da gioco, dei modelli di calcolo del rischio o semplicemente dei modelli di business che ci hanno portato fino qui.

Ora questo è solo un blog... non è certo il posto preposto all'approfondimento, ma spero di aver fatto almeno intuire il problema.

E vi siete chiesti del perchè della foto del Presidente?